Sede storica della Banca Popolare, ex municipio
Via Vaccari 2
L’edificio, che sorge lungo la sponda sinistra del fiume Soligo e prospetta direttamente per l’intero lato nord su Via G. Vaccari, fu eretto probabilmente su disegno dell’architetto Domenico Rupolo (stesso progettista del coevo e vicino duomo). Nell’atrio di ingresso è segnata in pavimentazione la data del 1913, probabile data di ultimazione delle opere. Con delibera del Consiglio Comunale del 22.05.1911 fu disposta la cessione dell’area a ridosso del ponte a favore della locale Banca Popolare (un istituto di tipo cooperativo, e poi passato al Credito Veneto) per realizzare la sede. Dal testo di tale delibera si apprende che tale area era occupata da piccoli fabbricati ormai in contrasto col decoro urbano. Non si hanno notizie certe e dirette a riguardo dell’attribuzione al Rupolo (autore di molte chiese del circondario, oltreché coautore della Pescheria di Rialto a Venezia e di varie ville al Lido di Venezia). La notizia è riportata nel libro di G. Schiratti “Una Comunità in camino”, Treviso 1964, e poi, con riferimento diretto al libro suddetto E. Dall’Anese in “Le Vie della Pieve”, pubblicazione del Comune di Pieve di Soligo del 2003.
Per periodo e per stile (neoromanico) l’attribuzione al Rupolo è compatibile; depone a favore di tale tesi anche il sostanziale monopolio di tale architetto sull’edificazione locale dei primi anni del secolo scorso.
L’edificio fu successivamente acquistato dal Comune e divenne sede municipale nel 1951. Varie sono le destinazioni d’uso che si sono succedute nei vari ambienti dell’edificio in argomento. Infatti, fu anche casa del podestà, sede della Gioventù Italiana del Littorio e comando militare. Dopo l’acquisizione da parte comunale il piano terra fu destinato a sede scolastica, mentre un alloggio fu ricavato all’ultimo piano. Solo da trent’anni l’intero edificio è destinato a sede municipale. In ogni caso, tutte queste modifiche di destinazione d’uso non hanno comportato variazioni planimetriche sostanziali, né a innovazioni prospettiche.
Per periodo e per stile (neoromanico) l’attribuzione al Rupolo è compatibile; depone a favore di tale tesi anche il sostanziale monopolio di tale architetto sull’edificazione locale dei primi anni del secolo scorso.
L’edificio fu successivamente acquistato dal Comune e divenne sede municipale nel 1951. Varie sono le destinazioni d’uso che si sono succedute nei vari ambienti dell’edificio in argomento. Infatti, fu anche casa del podestà, sede della Gioventù Italiana del Littorio e comando militare. Dopo l’acquisizione da parte comunale il piano terra fu destinato a sede scolastica, mentre un alloggio fu ricavato all’ultimo piano. Solo da trent’anni l’intero edificio è destinato a sede municipale. In ogni caso, tutte queste modifiche di destinazione d’uso non hanno comportato variazioni planimetriche sostanziali, né a innovazioni prospettiche.
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Pagina aggiornata il 19/12/2023