Storia del Comune
Il nome attuale deriva dall’antica “pieve” civile di Soligo (toponimo derivante dal diminutivo del personale latino Sulla) che nel XIII secolo venne divisa in diverse entità amministrative dai cui derivarono la Pieve del Trevisan, sulla riva destra del fiume Soligo e la Pieve del Contà sulla riva sinistra dell’omonimo fiume.
Il termine “plebs” (pieve) anticamente indicava una giurisdizione ecclesiastica rurale nella quale era stanziata una comunità cristiana dotata di chiesa e di fonte battesimale; in epoca alto medioevale il termine indicava anche una giurisdizione civile abitata da popolazione latina, alla quale di solito corrispondeva nelle vicinanze un abitato di origine longobarda denominato invece “fara”.
Il capoluogo e le due frazioni di Solighetto e Barbisano, nonostante le devastazioni della Prima Guerra Mondiale, offrono scorci paesaggistici e bellezze architettoniche davvero interessanti.Le rive del fiume Soligo possono essere percorse sia a piedi che in bicicletta per rilassanti passeggiate offrendo angoli caratteristici sia dal punto di vista paesaggistico che storico.
Anche lungo il torrente Lierza, che segna il confine con i comuni di Refrontolo e Susegana, sono possibili escursioni naturalistiche molto interessanti.
Il centro di Pieve di Soligo è caratterizzato dalla presenza di alcuni interessanti edifici: la seicentesca villa Chisini-Daniotti, i coevi palazzo Ciassi e Morona, con la chiesetta barocca della Madonna del Carmine, palazzo Balbi Valier, del XIX secolo e l’adiacente Borgo Stolfi.
Verso la piazza si trova l’ottocentesca Loggia dei Grani, in piazza Vittorio Emanuele II sorge l’edificio delle ex scuole elementari e del Municipio,
la Biblioteca comunale “Battistella-Moccia”, annesso Auditorium comunale “Battistella-Moccia” e il restaurato edificio dell’albergo Stella d’oro.
L’imponente duomo dedicato a S. Maria Assunta, risale ai primi anni del ‘900, e conserva al suo interno una pala di Francesco da Milano
datata 1540, una “crocifissione” di Giovanni Possamai, una “Vergine con Gesù Bambino” di Marta Sammartini e la tomba di Giuseppe Toniolo.
In prossimità del cimitero, al termine della Cal Santa – il percorso della Via Crucis – sorge l’oratorio del Calvario, una semplice cappella del XVI secolo con un bel crocifisso e alcuni decorazioni a stucco.
A Barbisano in piazza è ancora visibile l’edificio della prima “scuola panierai” la fabbrica/scuola nella quale ebbe origine la lavorazione del giunco nella provincia di Treviso. Sulla piazza si trova la chiesa parrocchiale di Santa Caterina, in stile neoclassico edificata nei primi anni del 900.
Sulla facciata si trovano due statue di Emilio Fontana e all’interno l’altare di Paolo Possamai e una tela di Giovanni Zanzotto.
Lungo il torrente Lierza, in prossimità della villa di Toti dal Monte, si trovano le “crode del Pedrè”, grandi blocchi di conglomerato che affiorano dall’acqua creando un suggestivo canyon. Il luogo è molto suggestivo e fu scelto dalla famosa soprano come luogo di villeggiatura e riposo.
Le colline di Solighetto offrono in tutte le stagioni straordinarie opportunità di contatto con la natura e punti di osservazione sulla pianura e sulla corda collinare che precede le Prealpi Trevigiane da Vittorio Veneto a Vidor, da Follina a Cison.
La piazza di Solighetto è un piccolo gioiello di semplice compostezza chiusa sui suoi lati dall’ottocentesca chiesa parrocchiale dedicata all’Immacolata Concezione e dalla ex Villa Brandolini, al centro della piazza una fontana.
La chiesa eretta in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione è un esempio di coerenza esecutiva insolita per le chiese del territorio.
Un’elegante bassorilievo in marmo bianco raffigura la morte del conte Gerolamo Francesco Brandolini Rota e sul soffitto spicca l’affresco di Giovanni De Min.
La Villa Brandolini – completamente restaurata nel 2009 – ospita la sede del Consorzio Tutela Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene, l’Associazione Musicale “Toti Dal Monte” e il Museo “Toti Dal Monte”.
La villa riproduce lo stile tipico delle ville venete del XVIII secolo è ora di proprietà comunale ed è sede di prestigiose mostre d’arte, concerti e manifestazioni culturali.
DATI
Superficie: Kmq. 19
Altitudine: Municipio mt 185, mt 440 s.l.m. (max), mt 94 s.l.m. (min.)
Prefisso telefonico: 0438
C.A.P.: 31053
Popolazione: 12.178 abitanti (al 31/12/2011)
Patrono: S. Maria Maddalena (22 luglio)
Diocesi: Vittorio Veneto
Frazioni: Barbisano, Solighetto
Comuni confinanti:
Farra di Soligo
Follina
Cison di Valmarino
Refrontolo
Susegana
Sernaglia della Battaglia
Distanze stradali:
Valdobbiadene: 19 km; Vittorio Veneto: 24,5 km; Conegliano: 12 km; Treviso: 32 km; Padova: 75 km; Cortina: 109 km; Venezia: 72 km.
CENNI STORICI(Palazzo “Vaccari”, nuova Sede del Municipio dal 2020)
Comune in provincia di Treviso, con una popolazione di 12.100 abitanti circa, in amena e ridente posizione nell’anfiteatro di colline che delimitano a Nord-Est la zona, detta da alcuni secoli Quartier del Piave. Il suo territorio, per 2/3 pianeggiante e 1/3 collinare, è bagnato dai fiumi Soligo e Lierza. Si trova sulla Strada del Prosecco, una delle prime strade del vino create in Italia.
E’ uno dei più antichi agglomerati rustici del Quartier del Piave. Ritrovamenti archeologici indicano un probabile insediamento già in epoca romana.
Anche la cura d’anime è ritenuta molto antica ed è assai verosimile che, all’inizio, dipendesse dal Vescovo di Oderzo, per passare poi a quello di Ceneda che nel XIII sec. la concesse ai Caminesi. Si suppone che la parrocchia si sorta prima dell’Anno Mille.
Civilmente, già in epoca medievale e fino al secolo scorso, Pieve risultava divisa in due parti: Pieve del Trevisan, comprendente la parte a destra del fiume Soligo, che apparteneva al Circondario di Treviso, Cantone di Valdobbiadene, mentre la zona a sinistra del fiume, detta Pieve del Contà, unita alla Gastaldia di Solighetto, faceva parte del Cantone di Ceneda, Circondario di Cison di Valmarino, sotto la signoria dei Conti Caminesi di Sopra prima e quella dei Brandolini poi.
Queste due pievi per secoli furono oggetto di attenzione da parte di autorità religiose e civili, che intervennero più volte per dirimere le continue diatribe, sfociate talvolta anche in fatti di sangue, motivate da supposti diritti di giurisdizione che entrambe vantavano.
Questa situazione cessò, una prima volta, durante l’epoca napoleonica, quando il gen. Fiorella, a nome di Napoleone, elesse Pieve di Soligo a sede di Municipalità e di giudice di pace, nel Cantone e Distretto di Treviso.
Nel 1797, in seguito al Trattato di Campoformido, il Quartier del Piave passò, come la Repubblica Veneta, all’Austria, rimanendo sotto tale dominio fino alla Terza guerra d’indipendenza.
Con l’istituzione della Provincia di Treviso il territorio delle due pievi venne a formare, con la Gastaldia di Solighetto, il Comune di Pieve di Soligo, al quale venne aggregato nel 1862 il territorio delle frazioni di Barbisano e Barbisanello e per un periodo di 17 anni, dal 1928 al 1945, venne aggiunto anche tutto il territorio dell’odierno Comune di Refrontolo. Soprattutto nel corso dell’Ottocento il paese assunse un nuovo assetto urbanistico e la fisionomia del piccolo borgo medievale, caratterizzato da un ponte di legno tinto di rosso coperto da una singolare tettoia, fu trasformata dalla costruzione di imponenti palazzi.
I conflitti mondiali segnarono una inevitabile battuta di arresto quando appariva più continuo il progresso della cittadina.
Al termine della seconda guerra mondiale, riprese nella zona il fenomeno dell’emigrazione che era iniziato negli ultimi decenni dell’800 e che si attenuò soltanto a partire dagli anni ’70 con il passaggio da un’economia di tipo agricolo ad una tipo prevalentemente piccolo-industriale. Proliferarono le piccole e medie aziende artigiane, le industrie meccaniche e soprattutto l’industria inerente la lavorazione del legno, l’edilizia, il terziario e il turismo. A Pieve nacquero fra gli altri il sociologo Giuseppe Toniolo (1845-1918), le cui spoglie riposano nella parrocchiale, che custodisce all’interno anche una tavola rappresentante l’Assunta, opera del pittore Francesco da Milano (firmata e datata 1540) e il senatore Francesco Fabbri che ricoprì la carica di Sindaco e Ministro di Stato.
Cittadina onoraria di Pieve per eccellenza è la grande soprano Maria Antonietta Meneghel, in arte Toti Dal Monte, scomparsa nel 1975.
A Pieve è nato (10/10/1921) ed è sempre vissuto Andrea Zanzotto, uno dei più significativi poeti del nostro tempo, autore di opere ormai divenute fondamentali nel panorama della letteratura novecentesca. Il Poeta è deceduto a Conegliano il 18/10/2011.
INTINERARIO STORICO-ARTISTICO
Notevoli sono alcuni edifici del ‘600 – ‘800:
PALAZZO CIASSI
Edificio del XVII sec., situato in via Lubin di fronte all’arcipretale: fa parte delle numerose proprietà che la famiglia Ciassi deteneva nel paese. E’ posto a confine delle Signorie Brandolini e Collalto: su una parte si trova ancora lo stemma della famiglia Brandolini.
VILLA BRANDOLINI
Costruzione del XVIII sec., si trova in Piazza Libertà n. 7, a Solighetto: villa veneta settecentesca contornata da un antico parco e da un bellissimo giardino, è ornata da finissime decorazioni a stucco di ispirazione veneziana. Acquistata dal Comune nel 1977 è diventata l’anno seguente Centro di Cultura “Francesco Fabbri”: vi hanno sede numerose associazioni tra cui il Consorzio Tutela Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene, l’A.V.I.S. e l’A.I.D.O., l’Associazione Musicale Toti Dal Monte e l’omonimo Museo.
PALAZZO MORONA
Palazzo del XVII sec., si trova in via Marconi: fu costruito da un’illustre famiglia venuta da Rolle intorno al 1600. Attigua la cappella barocca con campaniletto a vela, dedicata alla Madonna del Carmine.
PALAZZO BALBI VALIER-SAMMARTINI
Risale all’inizio del XIX sec.: recentemente ristrutturato, con le dipendenze ed ex cantine costituisce oggi il “Centro Balbi Valier”, sede di un centro medico poliambulatoriale, di studi professionali e negozi.
CHIESA ARCIPRETALE DI PIEVE DI SOLIGO
Dedicata a Santa Maria Assunta, fu progettata dall’architetto Domenico Rupolo agli inizi del ‘900, che la disegnò in forma di basilica a tre navate in stile neo-romanico; la prima attestazione della chiesa risale comunque al 1192. L’edificio dell’antica parrocchiale, più volte restaurato ed ampliato, fu demolito nel 1924, anno in cui fu aperta al culto la nuova parrocchiale.
Altri monumenti da vedere sono: la “roggia” all’inizio del Borgo Stolfi, con la vecchia ruota da mulino; la Villa Toti Dal Monte a Barbisano costruita intorno agli anni ’20; la secentesca Cappella del Calvario recentemente restaurata; l’antico maglio di Pradella, a Solighetto, con ruota ad acqua ancora funzionante.
Pagina aggiornata il 19/12/2023