Colline del Prosecco & Ambiente
Al giorno d’oggi è veramente difficile non aver sentito nominare le Colline del Prosecco e il territorio Conegliano-Valdobbiadene, ambito che comprende anche il comune di Pieve di Soligo.
La notorietà ottenuta da questi magnifici luoghi è dovuta anche alla loro entrata ufficiale il 7 luglio 2019 nei siti appartenenti al Patrimonio UNESCO come PAESAGGIO CULTURALE.
Ovviamente, quando si va a pensare a queste stupende località, ci si collega immediatamente alla produzione del vino Prosecco, come fa intuire la denominazione assunta da queste colline. La produzione vitivinicola è infatti molto sviluppata da secoli. Tutto ciò ha permesso alle nostre zone di diventare rinomati luoghi turistici favorendone l’economia.
Diversamente da come si potrebbe pensare, le Colline del Prosecco non sono state nominate Patrimonio UNESCO solamente per la presenza dei vigneti sui suoi versanti. Sicuramente le innumerevoli viti coltivate su sistemazioni agrarie storiche, dette “ciglioni”, contribuiscono a fornire quel tocco pittoresco che le contraddistinguono, ma le ragioni che ne hanno determinato il riconoscimento sono anche altre, non meno importanti.
La significatività di questo paesaggio è infatti dovuta alla combinazione stratificata di aspetti legati al lavoro dell’uomo (paesaggio antropico) e aspetti legati all’ambiente naturale (paesaggio naturale).
Solo la conservazione contemporanea di entrambi questi paesaggi, antropico e naturale, strettamente connessi tra loro in un eccezionale paesaggio culturale, garantiscono alle nostre colline lo status tutelato dall’UNESCO.
Gli aspetti naturali del sito sono dati innanzi tutto dalla particolare conformazione geomorfologica delle colline. Questa forma delle dorsali collinari locali è definita dai tecnici del settore “hogback”, ed è caratterizzata da una cresta sporgente e da due ripidi pendii laterali che scendono verso il basso. I pendii meglio esposti al sole possono essere coltivati a vite grazie al particolare tipo di terrazzamento denominato “ciglione”.
I ciglioni realizzati su piccoli poderi frazionati lungo i ripidi versanti collinari creano una particolare scacchiera verde, definita “a mosaico”, inframezzata da zone boschive circostanti che sono in grado di mantenere un elevato grado di biodiversità. Boschetti, piccole foreste, siepi rurali e ripariali, prati, alberi isolati, ecc. creano un vero e proprio ecosistema nel quale interagiscono numerose specie vegetali e animali.
Sono proprio queste forti differenze che rappresentano, nel loro complesso, il punto di forza della biodiversità che caratterizza questo territorio, dove natura e uomo vivono a stretto contatto.
L’intenso lavoro che l’uomo ha compiuto a proprio vantaggio nel lavorare queste terre è stato di fondamentale importanza per rendere unico il paesaggio. Gli sforzi compiuti si sono amalgamati alla perfezione con il territorio circostante che, nella ricerca di un giusto equilibrio, non è stato trasformato integralmente. Questa decisione di preservare zone boschive e corsi d’acqua, confinanti alle zone occupate da vigneti ha permesso la formazione di un paesaggio così bello e unico nel suo genere, e proprio per questo perfetto connubio tra paesaggio naturale ed elementi antropici ci concede panorami “mozzafiato”.
Per questo motivo gli agricoltori hanno un compito importantissimo nella conservazione di tutti gli elementi del paesaggio culturale delle nostre colline, gestendo tanto la produzione agricola quanto gli ambiti naturali che compongono il paesaggio complessivo.
Siamo tutti chiamati a contribuire al meglio delle nostre possibilità a preservare e conservare le meraviglie di questi luoghi in modo da poterli ammirare ogni giorno e farli arrivare anche alle generazioni future.
La notorietà ottenuta da questi magnifici luoghi è dovuta anche alla loro entrata ufficiale il 7 luglio 2019 nei siti appartenenti al Patrimonio UNESCO come PAESAGGIO CULTURALE.
Ovviamente, quando si va a pensare a queste stupende località, ci si collega immediatamente alla produzione del vino Prosecco, come fa intuire la denominazione assunta da queste colline. La produzione vitivinicola è infatti molto sviluppata da secoli. Tutto ciò ha permesso alle nostre zone di diventare rinomati luoghi turistici favorendone l’economia.
Diversamente da come si potrebbe pensare, le Colline del Prosecco non sono state nominate Patrimonio UNESCO solamente per la presenza dei vigneti sui suoi versanti. Sicuramente le innumerevoli viti coltivate su sistemazioni agrarie storiche, dette “ciglioni”, contribuiscono a fornire quel tocco pittoresco che le contraddistinguono, ma le ragioni che ne hanno determinato il riconoscimento sono anche altre, non meno importanti.
La significatività di questo paesaggio è infatti dovuta alla combinazione stratificata di aspetti legati al lavoro dell’uomo (paesaggio antropico) e aspetti legati all’ambiente naturale (paesaggio naturale).
Solo la conservazione contemporanea di entrambi questi paesaggi, antropico e naturale, strettamente connessi tra loro in un eccezionale paesaggio culturale, garantiscono alle nostre colline lo status tutelato dall’UNESCO.
Gli aspetti naturali del sito sono dati innanzi tutto dalla particolare conformazione geomorfologica delle colline. Questa forma delle dorsali collinari locali è definita dai tecnici del settore “hogback”, ed è caratterizzata da una cresta sporgente e da due ripidi pendii laterali che scendono verso il basso. I pendii meglio esposti al sole possono essere coltivati a vite grazie al particolare tipo di terrazzamento denominato “ciglione”.
I ciglioni realizzati su piccoli poderi frazionati lungo i ripidi versanti collinari creano una particolare scacchiera verde, definita “a mosaico”, inframezzata da zone boschive circostanti che sono in grado di mantenere un elevato grado di biodiversità. Boschetti, piccole foreste, siepi rurali e ripariali, prati, alberi isolati, ecc. creano un vero e proprio ecosistema nel quale interagiscono numerose specie vegetali e animali.
Sono proprio queste forti differenze che rappresentano, nel loro complesso, il punto di forza della biodiversità che caratterizza questo territorio, dove natura e uomo vivono a stretto contatto.
L’intenso lavoro che l’uomo ha compiuto a proprio vantaggio nel lavorare queste terre è stato di fondamentale importanza per rendere unico il paesaggio. Gli sforzi compiuti si sono amalgamati alla perfezione con il territorio circostante che, nella ricerca di un giusto equilibrio, non è stato trasformato integralmente. Questa decisione di preservare zone boschive e corsi d’acqua, confinanti alle zone occupate da vigneti ha permesso la formazione di un paesaggio così bello e unico nel suo genere, e proprio per questo perfetto connubio tra paesaggio naturale ed elementi antropici ci concede panorami “mozzafiato”.
Per questo motivo gli agricoltori hanno un compito importantissimo nella conservazione di tutti gli elementi del paesaggio culturale delle nostre colline, gestendo tanto la produzione agricola quanto gli ambiti naturali che compongono il paesaggio complessivo.
Siamo tutti chiamati a contribuire al meglio delle nostre possibilità a preservare e conservare le meraviglie di questi luoghi in modo da poterli ammirare ogni giorno e farli arrivare anche alle generazioni future.
(Redatto da Giulio Antiga il 12.09.2023)
Pagina aggiornata il 14/12/2023