Festa della Repubblica. Intervento del Sindaco

Pubblicata il 04/06/2012
Dal 04/06/2012 al 17/06/2012

Illustrissime autorità civili, militari e religiose, rappresentanti delle associazioni civili e d’arma, ragazzi ed insegnanti delle nostre scuole, cari ospiti dei Comuni vicini e cari concittadini, assieme al cordiale saluto ed al ringraziamento per aver accolto l’invito a partecipare a questa manifestazione, prima di ogni altra cosa e con la certezza di rappresentare il naturale sentimento di tutti noi vorrei che dedicassimo un minuto di raccoglimento alla tragedia che ha sconvolto l’ Emilia Romagna,
per manifestare la nostra vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite in modo così violento e distruttivo dal sisma.
Grazie.

Oggi commemoriamo il giorno in cui gli italiani scelsero la Repubblica. E’ una giornata piena di significati, largamente condivisi. Quello che io sento soprattutto dentro di me è che in quei giorni gli Italiani, in modo forse incerto e sofferto, ma sicuramente lungimirante e maturo, consegnarono alle generazioni future un paese democratico in cui ci sarebbe stato lo spazio per sensibilità politiche diverse e dove il confronto sarebbe potuto essere acceso ma non prevaricante, animato ma libero, aspro a volte, ma non cruento.

L’Italia usciva da un periodo tremendo di guerra disastrosa che si era portata dietro devastazioni materiali ed umane.
Gli Italiani allora hanno reagito ed anche la nostra terra ha conosciuto la ricostruzione, lo sviluppo ed il riscatto, che ci hanno resi un modello economico ed un esempio.

E’ a questi valori che oggi mi voglio ispirare.

Qui davanti a me ci sono i rappresentanti ed i cittadini di molti Comuni della nostra zona, Comuni certamente penalizzati più di altri dal rigore delle manovre economiche che si sono succedute negli ultimi tempi, ma soprattutto penalizzati da decenni di meccanismi di finanza locale ottusamente discriminatoria verso le istituzioni sagge e virtuose, perché proprio questi Comuni sono stati chiamati a contribuire in modo sproporzionato rispetto ad altri alla difficile situazione economica nazionale dalla quale dobbiamo e vogliamo uscire.

Non sono certo i sacrifici che ci spaventano; la nostra terra ha conosciuto più di altri la povertà e l’emigrazione; ma i sacrifici devono essere ripagati dalla certezza che lo Stato è giusto ed equo, che la solidarietà non deve necessariamente coincidere con l’assistenzialismo indiscriminato e che privilegi di pochi non devono esser compensati dalle rinunce di molti.

Vi invito quindi celebrare il 2 giugno come l’anniversario della nascita della nostra Repubblica ma anche come il momento in cui lo spirito repubblicano, la sua vitalità e la sua forza si sono radicati e sviluppati in noi perché, pur in presenza dei limiti, delle differenze e degli ingiusti privilegi che sono a tutti evidenti, è da tale spirito che traiamo la nostra libertà e le nostre speranze.

Quello che affermo non vuole essere retorico, ma lo ricavo da quanto ho visto due giorni fa in una nostra scuola dove ho assistito ad una rappresentazione di fine anno. Si è conclusa con la lettura di un testo abbastanza amaro sulle prospettive per i giovani, che io ho interpretato come una naturale forma di denuncia e protesta per una situazione che non è stata generata da loro.

Ma nelle due ore precedenti, tutto ciò che avevo visto ed ascoltato, vorrei dire condiviso, era di una tale energia, intensità e profondità da lasciare dentro di me, soprattutto, un forte senso di fiducia. Fiducia in loro, nelle loro capacità, nella loro forza di coesione. Quando sono stati chiamati davanti al pubblico quelli che avevano in tanti modi diversi contribuito alla riuscita della serata, la sala si è praticamente svuotata perché tutti erano lì, davanti a noi.

Ebbene, questa è partecipazione; e se i nostri giovani sapranno essere così anche nella vita, la nostra nazione sarà matura ed autorevole e saprà garantire ai suoi cittadini tutte le libertà fondamentali al di fuori di ogni possibile discriminazione.

IL SINDACO
Fabio Sforza


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