25 aprile - Il discorso dell'Amministrazione Comunale alla cerimonia

Pubblicata il 25/04/2014

Cari concittadini, rappresentanti delle associazioni e istituzioni civili, militari, dei reduci, degli ex combattenti e partigiane, ragazzi delle nostre scuole, oggi, a nome del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale, sono qui per celebrare con voi il 69° anniversario della Liberazione.
 
Il 25 aprile del 1945 è una data che ha segnato indissolubilmente la storia del nostro Paese, per come oggi lo conosciamo. È una ricorrenza importante per ogni uomo e donna che crede nella libertà, nella democrazia, nella pace, nel dovere di garantire diritti civili e pari opportunità di scelta a tutti, nel rispetto delle diversità e pluralità.
 
E’ una data che vuole ricordare lo spirito e il sacrificio di coloro che hanno donato la loro vita per un futuro migliore da consegnare ai propri figli, per proteggere quei valori in cui credevano: valori che hanno portato a fondare uno stato democratico, che seppero darci elezioni libere, il diritto ed il dovere di poter scegliere e di essere partecipi della vita del nostro Paese.
 
Noi celebriamo oggi la storia di un popolo che, quasi settant’anni fa, ha saputo e voluto ritrovarsi sotto i colori della sua bandiera, trovare quel vigore che ha gli ha permesso di rialzarsi e guardare con speranza ad un futuro migliore.
 
Oggi dobbiamo ritrovare quel vigore e quello spirito, credere in noi stessi e non demordere, per riuscire a guardare oltre una crisi economica che – purtroppo - è ancora al di là dal finire, senza lasciarsi andare alla disperazione, alla sfiducia e al desiderio di abbandonare tutto.
 
I nostri padri hanno combattuto una guerra più dura e difficile di quella in cui siamo impegnati oggi, ma l’hanno vinta perché hanno saputo affrontarla insieme.
Non si cambia il mondo da soli, non si percorre una strada senza poter contare sull’aiuto degli altri. Come ha detto un saggio: “Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”.
 
E allora non dimentichiamo la lezione che quelle donne e quegli uomini ci hanno impartito.
Non lasciamo che il loro sacrificio per conquistare la loro e la nostra libertà  vada svanito nella polvere del passato: il nostro Paese è chiamato a scrivere un’altra pagina della sua gloriosa storia. Liberiamoci ancora una volta dal pessimismo e dall’individualismo e puntiamo a ridare speranza a noi stessi. Lo dobbiamo ai nostri padri e ce lo chiedono i nostri figli.
 
Se riusciremo a operare con spirito collaborativo, con forza e fiducia nel nostro comune futuro, allora avremo reso un grande servizio a chi - tra noi e dopo di noi - desidera vivere una democrazia sana e reale, e progredire nella coesione, sviluppo e benessere sociali.
 

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