Unione dei Comuni dell'area del Quartier del Piave e del Feletto: contributo del Consorzio BIM Piave e incontro in Regione con Ciambetti

Pubblicata il 18/01/2013

É stata finanziata la fase di avvio dell’unione dei comuni del Quartier del Piave e del Feletto. Lo studio sarà finalizzato all’unione con priorità al distretto di polizia locale. Il Sindaco Sforza ringrazia il presidente Battista Zardet e tutto il consiglio di amministrazione del Consorzio Bim Piave per la sensibilità dimostrata più volte nei confronti delle comunità locali, che si è ripetuta grazie all’erogazione del contributo di 11 mila euro. Altri 10 mila euro di contributo sembrano ormai certi dalla Regione Veneto. A breve, appena ci saranno tutte le carte, si procederà alla elaborazione dello studio richiesto dalla Regione per l’unione dei comuni (in particolare per la polizia locale) e si ipotizza in tal senso anche una collaborazione con l’università di Padova, stante la natura sperimentale dell’iniziativa.

Nella giornata del 15 gennaio è avvenuto un incontro a Venezia, nella sede della giunta regionale a Palazzo Balbi, tra l’assessore agli enti locali Roberto Ciambetti assistito dal suo dirigente Maurizio Gasparin e il sindaco Sforza, referente dei comuni dell’area, per perorare la causa dell’ambito ottimale per la gestione associata dei servizi comunali deliberato dai sei consigli comunali coinvolti.

Ha partecipato anche il sindaco Morgan per le problematiche inerenti la gestione associata con Pieve di Soligo e i nuovi vincoli dei piccoli comuni appartenenti alla comunità montana delle Prealpi Trevigiane.

Per quanto riguarda la nostra realtà, è stata proposta alla regione l’aggregazione dell’area del QdP e del Feletto composta da 6 comuni: Farra di Soligo, Moriago della Battaglia, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto e Sernaglia della Battaglia. L’ambio territoriale presenta infatti caratteri di identità territoriale omogenea in termini geografici, storico-culturali ed economico-sociali.

Si ricorda che il processo di riordino territoriale avviato dallo Stato e dalla Regione Veneto prevede la riorganizzazione da parte dei comuni del territorio veneto per quanto riguarda l’esercizio delle funzioni, in primis quelle fondamentali, attraverso il ricorso a forme di gestione sovra comunale, secondo i principi di economicità, di efficienza e di riduzione delle spese, dando nel contempo vita ad un articolato e armonico riordino territoriale.

La Regione individua, previa concertazione con i comuni interessati, nell’ambito del consiglio delle autonomie locali, la dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per lo svolgimento, in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni, delle funzioni fondamentali. I comuni obbligati hanno dovuto così assicurare entro il primo gennaio 2013 la gestione in forma associata di almeno tre delle funzioni fondamentali ed entro il primo gennaio 2014 le restanti sei.

Facebook Twitter
torna all'inizio del contenuto