La follia di Giordano Floreancig conquista Pieve di Soligo

Pubblicata il 10/01/2019

La nuova personale verrà inaugurata nella prestigiosa sede di Villa Brandolini a Pieve di Soligo il 19 gennaio alle ore 18.00
 
Vienna, Bruxellles, Losanna, Milano: le più grandi capitali europee dell’arte sono state teatro, durante il 2018, delle esposizioni di Giordano Floreancig. Persone, linguaggi, paesaggi e culture hanno contaminato e si sono lasciati contaminare dall’esuberanza sregolata dell’artista friulano in un dialogo lungo un anno. Ora la scenografia cambia: per inaugurare il suo 2019 Floreancig sceglie l’elegante e garbata scenografia di Villa Brandolini a Pieve di Soligo.

In uno spazio solenne dove fa da padrone il silenzio evocativo della storia, 100 tele in 10 stanze, raccontano gli ultimi 5 anni di attività dell’artista lacerando l’armonia incorruttibile dell’edificio. Ritmo e ordine lasciano spazio all’urlo della pittura di Floreancig. Il suo linguaggio, come sa cogliere il critico d’arte Vittorio Sgarbi, racconta “la tragedia dell’esistenza” nella fisicità concreta di una materia cromatica che conquista la tridimensionalità dello spazio. Cosa rappresenta? Volti. Soltanto volti. “Il volto mi intriga tanto” - racconta il maestro - “la sostanza è sempre la stessa: due occhi, due orecchie, un naso e una bocca, eppure su 7 miliardi di esseri umani non ne esistono due esattamente identici. La diversità mi affascina. La diversità è la vera normalità!”. Uno, nessuno e centomila. Questa è l’immagine che assale chi si addentra nella selva di tele che convivono nello studio dell’artista. “Mi parlano” - prosegue Floreancig - “la mattina gli do il buongiorno e la sera a volte mi dispiace spegnere la luce per paura che si sentano soli”. Immagini che diventano vive, icone in cui l’artista, giorno dopo giorno, si perde e si ritrova. Dipingere è per Floreancig un’urgenza.

“La verità è che non smetto mai di dipingere, anche mentre cammino per strada, mentre parlo con qualcuno: non serve che veda un modello, non dipingo quello che vedo ma quello che immagino”. L’artista pare essere egli stesso vittima ignara della sua creatività: i colori si appropriano del controllo della sua mano “mentre dipingo mi dimentico chi sono. Non posso pensare a niente”. L’ampia gestualità, cruda e impietosa, la materialità drammatica del colore che aggredisce la tela, le graffiature che sfregiano le forme e gli spessori, dichiarano l’abisso di un’umanità tormentata. La tela diventa teatro dello scontro tra spirito e forma in un arlecchino di colori che danzano sulla tela come in una danse macabre riportando l’eco di certo espressionismo nordico da Edvard Munch a Ernst Ludwig Kirchner, da Francis Bacon a Frank Auerbach. E in tutta questa scenografia il maestro vive al contempo il ruolo dell’artefice e dell’ignaro spettatore in una trama di cui è, in verità, protagonista. Sì, protagonista. Perché alla fine, quando l’ultimo tocco trova posto proprio lì dove deve stare “è fatta: eccolo quel volto che mi guarda, e mi parla… ma alla fine… probabilmente alla fine quel volto sono sempre io”. Accade così che, nella poesia di colori, forme e spessori, l’artista viva il vero senso dell’arte come atto di disvelamento e impari a conoscere veramente sé stesso: “è la mia resa dei conti, quei volti sono esagerati, sono uomini e donne folli, e man mano che li vedo prendere forma capisco che sono come me. Che sono me”.
 
La mostra, organizzata dall’Associazione OPIFICIO330 ETS di Udine, è realizzata grazie al prezioso contributo del Comune di Pieve di Soligo. E’ patrocinata dal Comune di Refrontolo, dalla Provincia di Treviso e dalla Regione Veneto. E’ sostenuta da Beatrice Gigli Communication Management, dalle aziende Ronco dei Tassi e Cal Monda, da 7ettanta6ei Gallery Milano. Il brindisi inaugurale è offerto dal Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco e dalla Latteria Soligo.

Villa Brandolini
Piazza Libertà 7, 31053 Pieve di Soligo (TV)
 
Dal 20 gennaio al 24 febbraio 2019 - inaugurazione 19 gennaio 2019 ore 18:00
Orari: sabato 16.00-19.00 domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00 e su appuntamento
 
www.pievecultura.it
 

 

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