Meno illuminazione pubblica: Pieve di Soligo si muove da tempo. E' un nuovo modo di pensare alla cosa pubblica

Pubblicata il 29/10/2012
Dal 29/10/2012 al 30/11/2012

L'Amministrazione di Pieve di Soligo ha dovuto, come tutte le altre amministrazioni della nostra Regione, affrontare una diminuzione di risorse che non ha precedenti. Più volte all'anno, in questi ultimi tre anni, la Giunta e il nostro Consiglio comunale hanno dovuto rispondere alla richiesta di ridurre le spese perché i nostri tecnici, a seguito di frequenti e penalizzanti manovre finanziarie, comunicavano nuove riduzioni delle entrate a carico del nostro Comune.

Non voglio qui parlare dell'ingiusto trattamento riservato ai Comuni che come il nostro si sono comportati in modo responsabile sul fronte della spesa, mi limito a dire che trattare allo stesso modo, con tagli lineari, i Comuni virtuosi e quelli che non lo sono, è doppiamente penalizzante perché riduce le risorse a chi le ha già tagliate di suo e mantiene inalterata la sperequazione esistente lanciando ad altre parti d’Italia un messaggio eticamente riprovevole: è ancora una volta premiante essere stati amministratori spreconi ed opportunisti.

In questa situazione si potevano fare due cose: chiudersi in sé cercando di limitare i danni, oppure trovare ulteriori e nuovi margini per  una più efficiente gestione della cosa pubblica.

Abbiamo fatto del nostro meglio per seguire la seconda strada cercando sia di riorganizzare la macchina amministrativa (associando Pieve e Refrontolo e avviando i contatti con San Pietro di Feletto), sia pensando ad un nuovo modo di gestire la spesa corrente a partire dall’utilizzo delle economie di bilancio per l’estinzione anticipata di mutui, diminuendo la spesa corrente annua di ben 142.000 Euro.

Con la Legge di stabilità, ora il Governo lancia la cosiddetta “Operazioni cieli bui”: il tema del risparmio nell’illuminazione pubblica peraltro è già stato affrontato nel nostro Comune.

Negli anni passati, condizioni economiche floride e una certa generosa tendenza ad accontentare ogni richiesta, hanno fatto si che a Pieve di Soligo venissero installati 1.887 lampioni, che restavano accesi ogni notte per tutto l’anno. Il costo annuale, in assenza degli interventi limitativi, è previsto in 160.000 Euro che, con le riduzioni in atto, possono diminuire di circa un quinto (32.000 Euro).

Il primo intervento di riduzione del numero di lampioni è stato fatto sulla base di criteri decisi a tavolino e dei quali dirò fra poco. Si possono quindi essere verificate situazioni non appropriate, per cui lo schema degli spegnimenti potrà essere rivisto in base all’effettivo contesto ambientale rendendo possibili modifiche migliorative.

Poiché lo spegnimento è avvenuto sempre con il pensiero della sicurezza, in primo luogo sono stati informati i Carabinieri e sono state fornite appropriate indicazioni alla Polizia locale.
Poi si è deciso di lasciare illuminati i punti sensibili per la sicurezza stradale come gli incroci, i passaggi pedonali, i parcheggi, i dossi e le curve pericolose. Inoltre restano accesi i sottopassi, i portici ed aree comuni frequentate di sera.

Oltre a questo già da tempo il nostro Comune ha adottato nuove tecnologie che consentono notevoli risparmi, come l’impiego dei LED che abbiamo già cominciato ad utilizzare e che, un poco alla volta, sostituiranno le lampade tradizionali.

Questo risparmio non risolve da solo i problemi del bilancio comunale ma fa parte di un disegno più ampio e complessivo che non si basa solo su tagli ma anche su un nuovo modo di pensare alla cosa pubblica.

E’ anche il segnale che, pur tenendo conto della sicurezza,  le cose non sono più come prima, che il Comune non può dare risposta a tutto e che, come in una famiglia che deve guardare l’euro quanto viene a mancare un reddito perché si perde il lavoro, altrettanto e di più deve fare il Comune che usa il denaro di tutti.
Penso che i miei concittadini lo sappiano e devo dire che finora gli uffici comunali non hanno ricevuto lamentele generalizzate ma solo segnalazioni di luoghi che a parere di alcuni sarebbe meglio mantenere illuminati e che prenderemo seriamente in considerazione verificando caso per caso.

Vorrei concludere evidenziando che il grande cambiamento socio-economico che stiamo vivendo richiede anche un grande cambiamento culturale; c’è ancor più bisogno di senso civico e di attenzione al bene comune. Mai come  in questo periodo è stato possibile parafrasare J.F. Kennedy e chiedersi cosa ciascuno di noi può fare per la sua comunità.

Fabio Sforza

Fonte: L'Azione - settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto, edizione del 28 ottobre 2012.


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